domenica, aprile 17, 2011

...eFigliDiNessuno
















il nonno della t. è morto sabato nove aprile.
diciotto anni dopo sua moglie e sedici giorni prima di compiere cent'anni.
questione di numeri e di non voler finire sul quotidiano locale.  nemmeno il funerale ha voluto.
nello stesso giorno è morta anche la mamma di c.
esattamente quattordici e sette anni dopo le morti del suo primogenito e del  marito.
e brava la mamma di c. ad aver resistito, e bravo c. che ha custodito con amore il cuore e lo strazio della sua mamma.
ora c. è solo, ed oggi ha seppellito la mamma.
ed io gli ho inviato un messaggio, col telefonino; appena un poco prima del funerale. 
e avrei voluto abbracciarlo e spiegargli che sarà facile sentirsi figlio di nessuno e sprofondare nell'oblio dell'impotenza.
ma però. non ho potuto andare alla cerimonia funebre. no, non è così. non ho fatto nulla per andarci: lavoravo e non ho chiesto alcun permesso.
e poi, questa mattina,  la mamma di c. era sui muri della strada ed il dolore di c. io l'ho sentito addosso,  e questa storia del sentirsi figlio di nessuno m'è sembrata la priorità assoluta di questa buffa giornata.
e quei fottuti sensi di colpa.
così gli ho scritto che lui, sua madre, l'aveva accompagnata con tutto l'amore possibile fin dove noi non possiamo arrivare. là, oltre quella soglia, c'era suo padre, ad aspettarla. 
e poi lui, l'altro figlio, quello perduto. l'amore grande.
non è da sola, amico mio. e anche avrei voluto abbracciarlo. e di più ti dirò:  quell'alito sul collo che a volte sentirai, sarà determinante per la tua vita futura.
un soffio leggero anche con porte e finestre chiuse. arriva leggero, quasi soave.
all'inizio inquietante, poi anche atteso.
io lo sento.
lo sento da quando son diventata figlia di nessuno, o almeno così, a volte, tante volte, mi sento.
lo sento.
da quando ho perduto la mia, di madre.
dodici anni fa, dopo ottocento e trentatre giorni che mancava mio padre.
due anni e due mesi e tredici giorni,  per essere precisi.
e figli di nessuno.